contributo da genova
Ciao a tutti!
Lavoro alla Libreria Feltrinelli di Genova e come tanti di voi la mia testimonianza serve a far sapere che anche noi oggi abbiamo scioperato per il rinnovo del contratto!L’adesione è stata naturalmente molto elevata e ciò vale anche per i nostri amici di Ricordi!In queste occasioni la solidarietà è molto importante perché ti convince ancora di più che quello che stai facendo è giusto ed ha valore.In questo caso oltre che da noi colleghi compagni di fatiche, la solidarietà è venuta anche da tante persone sconosciute e da nostri clienti che ci conoscono invece da molto tempo.E’ stato quasi un po’ imbarazzante dover spiegare loro che le cose sono cambiate e probabilmente cambieranno ancora e non in meglio.Quell’essere di una certa parte che ci doveva far “stare bene” è stato spazzato via dalla logica del profitto e dei numeri e noi siamo rimasti indietro!Pensiamo ancora ingenuamente che si possa pompare denaro senza dover strangolare noi piccoli grandi operai del libro!Quando sono entrata in Feltrinelli ho letto di Giangiacomo Feltrinelli e ho seguito con piacere i racconti di chi lo aveva conosciuto di persona; l’onore di lavorare in una sua creatura poteva essere solo un privilegio!Vago ricordo di tempi lontani o utopie frutto della giovinezza direte voi!Sarà così ma noi ce la stiamo mettendo tutta per far capire che qualcosa pulsa ancora nelle nostre menti di quegli ideali.Qui non c’è solo l’importantissimo contratto di mezzo; si sta mandando al macero la professionalità e il rapporto di stima che è alla base di una buona collaborazione tra chi è dipendente e chi comanda!Terremo duro e ci faremo sentire ancora e con più forza sino a quando sarà necessario!A presto!
12 Comments:
Sei patetica, quasi fai tenerezza. No, pena. Siamo nel 2006, non nel 1976, bimba!
se fossimo nel 76 forse non solo non saremmo stati costretti a scioperare ma a te,anonimo e inmpenitente rompicoglioni, ti avremmo spezzato le gambine.
Minchia, quanto siete cattivi!!!
Cari colleghi, mi sembra che tutto stia prendendo una piega brutta ed esagerata. Mi sembra esagerato definire "supermercato" le F., mentre abbiamo in promozione Adelphi, Cortina e Marcos (!). Mi sembra esagerato voler "spezzare le gambine" a un collega un po' cinico e disilluso. Mi sembra esagerato tacciare di incompetenza i dirigenti, visti i risultati (grazie al nostro lavoro, certo). Una cosa è certa: da questo blog traspare un grande attaccamento ideale/idealistico alla Feltrinelli (e una perdita di identificazione/stima) che ora ci delude con questo atteggiamento rigido sul contratto interno. Lo so che è antipatico dire "Ma è così dappertutto" (Coop, per esempio), ma moderare i toni non può che giovare alla trattativa. Un saluto alla collega di Genova, che come me viene da una libreria dove si stava molto peggio (o no?), e per questo forse è così delusa. Non mi firmo, non lo fa nessuno (paura di ritorsioni?), ma tu sai chi sono.
La delusione è legittima e i motivi possono essere i più vari, sfogati poi tutti nello sciopero per il contratto. Il supermercato esiste, inutile far finta che non sia così, sono gli stessi clienti a dirlo. L'incompetenza è evidente e si punta ormai ad una superficiale formazione del personale, adatta ad un pubblico che compra sempre le stesse cose e per le quali non c'è bisogno del nostro intervento. Si punta sulla quantità dei pezzi venduti, siano essi Moccia o l'ultimo di Madonna. La politica è aprire più punti possibile e risparmiare il più possibile sulla forza lavoro che è l'uscita maggiore dei loro budget. Però le convention a Sorrento...
qui non si tratta di abbassare i toni ma di vedere la realta' . finanziare noi con le 38 ore parte dei loro investimenti e' assurdo sono mica io l'imprenditore non partecipo agli utili ne' alle perdite,chiedere pari dignita' per tutti i dipendenti della stessa azienda e' solo la logica conseguenza di chi fa lo stesso lavoro vorrei vedere loro 2 imprenditori che fanno lo stesso investimento ma 1 ricava meno solo perche' in quella azienda l'altro c'e' da + tempo accetterebbe? non credo , chiedere garanzie che la flessibilita' dei part time sia libera scelta e non possibile ricatto al momento dell'assunzione mettendo magari dei paletti temporali 2/3anni e' tutela per chi sceglie l'orario ridotti vedi mamme in primis,e tutto questo cari colleghi iperliberisti e non scioperanti non sono tematiche risolvibili dalla bonta' del direttore o dai conti positivi dell'azienda ma e' frutto proprio della politica aziendale imperante nel mondo del lavoro alla quale anche feltrinelli si sta assoggettando pur avendo una posizione forte sul mercato pur facendo investimentti in tante direzioni tranne che nella ns. Chiediamo solo di essere trattati tutti alla stessa maniera per avere anche + serenita' sul lavoro oltre che a casa propria ...puo' darsi che l'azienda si accorga anche quanto ci guadagni lei stessa da migliori condizioni per tutti se smettesse di utilizzare come unica unita' di misura il danaro buona lotta a tutti vostro attila
ancora attila .Vi ricordo tra l'altro che noi siamo, per coloro che non credono nel iperliberismo , l'ultimo baluardo e + significativo xche' se oggi sciopera il pubblico impiego x i tagli al loro settore o x i loro contratti,il padrone si frega le mani per le giornate non retribuite,l'industria e' poca e debole e se si fermano non hanno piu' la forza d'un tempo , ma se a fermarsi e' la distribuzione in particolare la grande distribuzione allora x il padrone sono cazzi amari. l'occidente
perde in produzione ,in qualita' ,in servizi ma continua a spendere, noi delle distribuzione dobbiamo lottare per far si che chi produce lo faccia in nome della qualita' e servizio non in nome della quantita'.
sono una ex stagista. alla feltrinelli ho visto l'orrore. gerarchia dittatura abuso di potere. Quest'ultimo dal direttore del personale che deve far osservare la legge sul fumo e lui fuma in ufficio (la pipa). quale democrazia vi aspettate sul rinnovo del contratto se si trova in queste mani?
Cari ragazzi, io lavoro come quadro in una banca (direte voi: sei l'ultimo che deve parlare...). Sono vostro cliente e affezionato al marchio e alla storia della Feltrinelli.
Il mio parere è che rischiate di fare una battaglia ideologica (comprensibile) che pero' non vi porta da nessuna parte: la logica di "vendere" nel modo più efficiente possibile è (purtroppo?) assai diffusa. Io stesso, pur non sempre condividendo il principio, ho a che fare con essa tutti i minuti della mia vita professionale; e mi ribello non "mettendomi di traverso" (tentazione forte...) ma andando oltre: credo infatti che l'efficienza non sia necessariamente a discapito della qualità.
Purtroppo nessuna azienda (e meno che mai un'azienda "familiare") puo' prescindere da "risultati" almeno in linea con quelli dei principali concorrenti. Per quel poco che so di economia "globale" credo che i concorrenti di Feltrinelli siano molti e alcuni tanto più grandi e potenti; e per quel che riesco ad immaginare la famiglia proprietaria deve fare una bella fatica a mantenere "indipendente" una azienda storica come la vostra. Una domanda provocatoria cui sarete voi a rispondermi: lo fa per guadagno o per affetto nei confronti di una storia, di un marchio, di una filosofia...?
La vostra battaglia (ripeto, comprensibile nel principio) quale significato avrebbe in una "normale" azienda multinazionale tipo "FNAC"?
Siete sicuri che avreste a disposizione intere pagine di giornali nazionali?
La mia esortazione è quella di continuare a combattere ogni giorno non contro "i mulini a vento" ma per avere formazione, e conoscenza di quello che vendete (non garanzia del "posto" a prescindere); continuate a metterci passione ma dirottatela contro i veri "nemici" che sono i vostri concorrenti (la COOP vende i libri ?!?). Proponete la vostra "diversità" ma senza scomparire in una nicchia per pochi nostalgici del "tempo che fu".
Io vorrei trovarvi ancora in tutte le città d'Italia...
In bocca al lupo alla Feltrinelli tutta.
Eccolo qui il quadro illuminato della banca,lo chiamerò signor virgolette per l'uso smodato che ne fa, vieni a lavorare da noi e poi ne riparliamo.
Siamo arrabbiati è vero e saremo anche ingenui, erano anni che non credevo più di essere idealista e invece eccomi qui. Un cliente qualche giorno fa dimostrandomi la sua solidarietà mi ha detto "se Feltrinelli perde la sua particolarità e la sua unicità, qualunque colosso arrivi dall'estero se la può mangiare in un boccone". Bene l'unicità delle librerie Feltrinelli non sono i bellissimi computer tanto cari al dottor Sardo, ma siamo noi "risorse umane" trattate come bovini al mercato del bestiame, oggi qui domani lì, senza una spiegazione, senza un incentivo, senza il rispetto dovuto a chi da anni fa il suo lavoro al meglio delle sue possibilità. Cambi di orario repentini, cambi di mansioni immotivati o motivati in maniera assurda. Allora dov'è la differenza? Che ce ne frega a noi di chi ci sfrutta? Dobbiamo essere felici perchè a sfruttarci è una famiglia storica della sinistra italiana peraltro accusata di comportamento antisindacale, piuttosto che una multinazionale? E allora mi viene da dire caro cliente scusa se non ti sorrido più e sappi che ti capisco se vai da Assolibro se non avessi lo sconto qui ci andrei anche io. Se in 10 anni di lavoro mi sono visto costretto a dire di no un paio di volte ad abusi di potere adesso me le stanno facendo scontare tutte e allora che voglia posso avere di sorriderti, anche se sei tu, così mi dicono, che mi garantisci lo stipendio? Non volete sentirvi dire che noi credevamo nella nostra azienda per la storia che ha? Bene ma noi abbiamo davvero creduto nel nostro lavoro, nel fatto che il libro che stavamo consigliando fosse quello giusto per quel cliente, abbiamo creduto davvero di far parte della famiglia come ci hanno voluto far credere per anni e adesso eccoci qui: i figli adottati a distanza con 4 lire, meno stimati dei computer, almeno quelli, i pc, basta accenderli, non fanno mai uno sciopero e nemmeno si ammalano.
Io ho firmato la mia condanna tanti anni fa quando qualcuno mi ha fatto capire che la carriera si poteva fare solo sputtanando i colleghi più deboli o meno fortunati o dalla dirigenza eletti come bersaglio in quel momento...peccato che senza le prove non ti crede nessuno, altro che signor service se potessi davvero raccontare la mia vita in libreria ci sarebbe da farne un paio di volumi. Qual'è la differenza con qualunque altra azienda o supermercato? Credete davvero che il fatto che sia nata come azienda di famiglia conti qualcosa? Credete davvero che noi contiamo qualcosa? Non lavoriamo per una famiglia, che peraltro ha il jet privato, ma per un'azienda come le altre, basta scrupoli e basta idealismi crediamo nel nostro lavoro e chi ci comanda no, questo è il nocciolo, smettiamo di crederci anche noi, i clienti lo capiranno e smetteranno di pagare i loro di stipendi, quelli di chi ci dirige così malamente. Sinceramente, c'è qualcuno di voi che ha avuto a che fare con il responsabile delle risorse umane che si è sentito trattato da essere umano? C'è qualcuno che si è sentito ascoltato dall'azienda? Allora smettiamo di raccontarcela l'azienda preferisce pagare loro piuttosto che noi, preferisce pagare uno che dovrebbe occuparsi di risorse umane e di umano non ha niente, comprare nuovi computer e spingere i vecchi dipendenti ad andarsene in modo da poter pagare molto meno quelli che li sostituiranno. Non ci vedo niente di difficile da comprendere peccato solo che il mercato del lavoro faccia schifo, e che siamo costretti a rimanere qui a farci vessare. Magari potremmo ottenere migliori risultati se la smettessimo con l'idealismo e ci rendessimo conto che qualunque conquista e qualunque miglioramento viene solo attraverso la nostra lotta e non grazie alla loro sensibilità.
Feltrinelli sta semplicemente preparando un futuro sottooccupazionale per le risorse umane del futuro ....
Fra una decina d' anni o giu' di li' i " vecchi " ancora tutelati e professionali saranno in pensione o morti oche ne so e finalmente potranno assumere solo mano d'opera , perche' di altro non avranno piu' bisogno , per svolgere le mansioni da bracciante in cui stanno trasformando in nostro lavoro .
al primo anonimo dico quel che ha detto 76,77,78 e in più ci aggiungo una bomba sotto un traliccio di casa sua. a proposito, perché nelle librerie feltrinelli non si trovano i libri di giangiacomo? non ne volete mettere un po' in vetrina?
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