4.14.2006

locandine milanesi

Ieri sera sono stati attaccati nelle vicinanze di tutti i negozi di milano le locandine che annunciavano lo sciopero di Sabato e invitavano la cittadinanza a solidarizzare con gli scioperanti non effettuando acquisti nella stessa giornata.
Questa mattina alla scoperta delle locandine si racconta che i nostri dirigenti si siano innervositi particolarmente...
Chiamate frenetiche e inviti ai lavoratori a strappare queste locandine: alcuni si sono fermamente rifiutati di svolgere compiti censori, altri hanno fatto finta di nulla, qualcuno " più realista del re" ha eseguito gli ordini..
Si racconta in giro che in Via Manzoni Carlo Feltrinelli ed un importante dirigente abbiano strappato loro stessi le " scandalose" locandine..
Poi dopo un pò una di queste sarebbe ricomparsa attaccata alla meno peggio con dello scotch..
Probabilmente qualcuno, in mezzo a tanta agitazione, ha fatto notare che un'azienda che a parole manifesta tanta " democraticità" e relazioni sindacali ottime, avrebbe fatto una figura alquanto "antidemocratica" a nascondere e strappare tali locandine..
Ma si sa che per alcuni dialettica democratica e sindacalismo vanno bene solo quando si manifestano a casa degli altri...

15 Comments:

At 4/14/2006 6:47 PM, Anonymous Anonimo said...

Ma dai, secondo voi il Carlo si sputtana così? Non ci credo.

 
At 4/14/2006 11:49 PM, Anonymous Anonimo said...

e fai male...
inge invece queta mattina ricevuta la corrispondenza avrà notato fra le bollette e gli inviti la stessa locandina che uscendo di casa avrà trovato sotto il citofono, di fronte a manzoni e lungo tutto il suo probabile tragitto giornaliero...

altro che campari, a questo giro le servirà qualcosa di più forte per digerire il colpo.

 
At 4/16/2006 10:20 PM, Anonymous Anonimo said...

confermo le testimonianze sulle locandine...piccole pulci pruriginose e fastidiose...l'unico modo per farle andar via è una cura adeguata e questa cura si chiama CONTRATTO!!!

 
At 4/19/2006 8:35 AM, Anonymous Anonimo said...

per solidarizzare vorrei capire perché scioperate. Da quello che ho capito per il contratto. La domanda è: quanto guadagnate? che cos'ha che non va il vostro contratto? non sarà mica il fatto che non avete più il 70% di sconto sui libri, immagino? (e spero!) Perché la situazione, qua fuori, non è delle più rosee, e io farei la fila per essere assunta in Feltrinelli, dove, come ha detto Galimberti, non si fa un lavoro alienato. Io sono una cliente assidua della Feltrinelli, come della Libreria del Corso, come dell'Emporio del libro, come dei baracchini in giro per Milano, come del Libraccio e come della case editrici. E sinceramente ho sempre considerato PRIVILEGIATI i dipendenti delle librerie.

 
At 4/19/2006 8:19 PM, Anonymous Anonimo said...

Privilegiati?Con la nuova gestione il nostro lavoro è (al contrario di quanto si crede) davvero alienante...non c'è una più una specializzazione, ma si lavora esattamente come al supermercato...non devi conoscere ciò che vendi, basta che lo posizioni bene e che sorridi.
La cultura dove rimane in questa situazione?
considera che lo sconto sui libri serviva per CONOSCERE il prodotto...ora che non c'è più l'incentivo alla conoscenza, si apre la strada all'ignoranza.
Dov'è il privilegio?
Lavorare di domenica,nei giorni festivi, ogni sabato, come se fossimo muli che però devono sorridere e dire buongiorno è un privilegio?per di più col rischio di non avere più il premio per il lavoro festivo?
e lavorare dovendo coprire il personale che manca e che non viene assunto, con uno stipendio di 900 euro al mese di media è un privilegio?
e mangiare in pausa pranzo con un ticket che non ti permette nemmeno di bere il caffè e l'acqua senza l'aggiuntina è un privilegio?
e rischiare di vedersi ridurre le ore di permesso?
ed avere orari che non considerano minimamente le problematiche personali?
avere soprattutto gli orari mensili con soli 15 giorni di preavviso, annullando la possibilità di pianificarsi l'esistenza?E considera che se si inizia a chiedere quel giorno di riposo piuttosto che un altro per motivi personali si rischia di non vederselo concesso, perchè la mancanza di personale è tale da non concedere un'adeguata flessibilità in tal senso...

tutto ciò e molto altro è un privilegio?

abbiamo un lavoro è vero, ma in che condizioni torniamo a casa la sera? con il morale sotto le scarpe e stanchi di sentirsi commessi di un supermercato per niente gratificati.

 
At 4/20/2006 12:13 PM, Anonymous Anonimo said...

Ma sapete che siete veramente anacronistici e realmente poco...democratici?!?! Se fossi un commesso di un supermercato mi sentirei estremamente offesa; ma che è, li state dipingendo come dei troll senza alcuna facoltà mentale, ma per favore; non vi rendete conto che siete i primi a discriminare? Io non sono propio una neo assunta (a dire la verità sono 7 anni che lavoro per qs azienda) e vorrei fare alcune preciazioni:
1)ho sono particolarmente sfigata o il buono Feltrinelli (così tanto citato) che darebbe diritto al 70% di sconto solo sui libri Feltrinelli (e non i nuovi ma quelli di catalogo) non esiste più da almeno 7 anni o giù di lì; e mi risulta che lo sconto di cui possiamo usufruire su tutti gli editori sia uguale per tutti, al momento. La vogliamo mettere sul piano dell'incentivo alla conoscenza? Allora permettetemi una domanda: ma quando andavate a scuola o all'università (che mi sembrano luoghi deputati per la conoscenza) i libri ve li regalavano?
2) E' vero o mi sbaglio che la riduzione dei permessi retribuiti (ROL) è a fronte di una riduzione di orario settimanale (da 39 a 38 ore settimanali) E scusate: da quando i permessi sono considerati giorni di ferie?
3) A proposito del volantino che avete distribuito a Milano: mi hanno detto che era firmato i dipendenti La Feltrinelli. Potete darmene conferma? In caso affermativo, mi ritengo offesa; ma come, delle personcine così democratiche come affermate di essere, si permettono di firmare anche a nome di chi non ha dato il suo consenso? e su oltre 1300 dipendenti, molti la pensano come me: non è corretto firmare a nome di tutti, a meno che non siano stati interpellati tutti.
4) Ultima considerazione: quando sono stata assunta mi è stato spiegato chiaramente quale sarebbe stato il mio lavoro; ora, non credo che chi è stato assunto in un punto vendita pensasse di leggere tutto il tempo o altro; immagino che vi sia stato detto che i libri andavano sistemati a scaffale, che i clienti non sempre si servivano da soli e che i negozi erano aperti anche 7 giorni su 7? Pensavate che la cosa non vi avrebbe riguardato e che ci sarebbe andato qualcun altro al posto vostro in negozio?
Siate onesti con voi stessi, e piantamola con questo mito della Feltrinelli: è un'azienda come tante altre (e a mio giudizio con qualche privilegio in più per i dipendenti e - vi assicuro - che ho girato parecchie aziende del settore e lì i diritti non sanno nemmeno dove stanno di casa)che deve far quadrare il bilancio. Se voi aveste dei figli ai quali date la famosa paghetta settimanale e vi chiedessero un aumento della stesa che però farebbe sballare il vostro bilancio familiare, cosa rispondereste?

 
At 4/20/2006 2:04 PM, Anonymous Anonimo said...

complimenti... non ho mai visto il mio padrone che si arrichisce sul nostro lavoro come un padre a cui chiedere la paghetta. vogli solo il mio salario e più alto possibile.

per quanto riguarda i lasvoratori dei supermercati, bè, noi non ci sentiamo ne migliori ne peggiori. il processo di dequalificazione del lavoro nel settore in cui operiamo ha colpito prima alcuni (loro) ed oggi altri (noi) e il risultato è lo stesso: massiccia precarietà, nei supermercati già c'è. da noi stanno creando le premesse per rifilarcela. per cui non diciamo fesserie. anzi. tra non molto sacade il contratto del commercio. abbiamo dimostrato di saper gestire una lotta, allarhiamola, estendiamola, faciamo fronte unito e compatto con tutti i lavoratori del commercio...

 
At 4/20/2006 2:05 PM, Anonymous Anonimo said...

innanzitutto vorrei ricordarti che noi vendiamo cultura e la cultura non si prezza al kg.
la cultura ha bisogno di un venditore che innanzitutto SAPPIA cosa sta vendendo.
con i megastores questa necessità va ad annullarsi.

rispondo poi per punti alle tue obiezioni.
1) non so cosa dire perchè quando sono entrata io questo buono non c'era più.
Comunque vorrei dire che per vendere un prodotto bisogna anche conoscerlo ed in mancanza di adeguati corsi ci vorrebbe la possibilità del prestito o dell'acquisto particolarmente vantaggioso.
Non so tu, ma io non sono capace
di vendere una cosa che non conosco . Proprio perchè non so cos'è.
E non parliamo di scuola perchè gli ambiti sono ben diversi e perchè quello della scuola è un settore che fa acqua da tutte le parti.

2)i permessi non goduti vengono fatti godere con la quinta settimana di ferie, perchè l'azienda così deve pagarne meno.
L'azienda non vuole più pagare in assoluto e quindi vuole ridurre le ore lavorative per ridurre i permessi.Che, vista la mancanza di personale che grava in molti negozi, non sono nemmeno facili da fruire.

3)non ho il volantino tra le mani ma se non ricordo male era riferito ai negozi milanesi.

4)beata te che hai avuto una spiegazione sul tuo lavoro: molti di noi, grazie alla PRC, si ritrovano spostati di ruolo da un giorno all'altro e senteno crescere uno stato confusionale sul da farsi in ambito lavorativo.
nessuno deve sapere fare tutto, ma ognuno deve fare una cosa sola.quindi se manca un prodotto sullo scaffale, non è compito del cassiere o del magazziniere mettercelo.ma se manca l'addetto al rifornimento, chi ce lo mette?non tu che sei alla cassa.
manca personale per applicare questa famosa PRC, quindi io da solo non posso pretendere di rispondere ai clienti, mettere fuori merce arretrata e nuova, pulire i reparti che mi capita di dover rifornire, fare cassa, aprire gli scatoloni contenenti i prodotti e fare gli ordini.Eppure ci sono giornate che dovrei fare proprio tutto ciò.

Siamo onesti, la Feltrinelli ERA un'azienda favolosa, un'isola felice.
Ora DICE che nulla sia cambiato, ma non è vero.
E noi che lavoravamo in un'isola felice, ora ci ritroviamo in condizioni peggiori.Ed è proprio per questo che dobbiamo alzare la voce.

 
At 4/20/2006 2:14 PM, Anonymous Anonimo said...

Forse la vostra mente non è molto...'aperta' o forse parlo un'altra lingua. Non sto dicendo che il padrone (che tristezza questo lessico) sia il padre cui chiedere la paghetta, sto semplicemente dicendo che così come si deve far quadrare un bilancio familiare, così si deve far quadrare il bilancio aziendale anzi, a maggior ragione perché altrimenti la questione si fa più grave. Fra i tanti libri presenti nei negozi, sicuramente qualcuno sui bilanci aziendali e sulla microeconomia sono presenti; così, per curiiosità, dategli un'occhiata e vedrete che il regime fiscale italiano, a differenza di quello (per puro esempio) americano prevede che in caso di perdite si devono rimettere i soldini in cassa, mentre negli USA le perdite vengono riportate sul nuovo bilancio. Fa una certa differenza nella gesitone di un'azienda, non credete?
Comunque, da quanto ho letto nei vari messaggi postati non direi proprio che non vi sentite né peggiori né migliori dei lavoratori dei supermercati; in alcuni messaggi ci sono frasi...come dire, poco carine? giusto per usare un eufemismo.

 
At 4/20/2006 4:32 PM, Anonymous Anonimo said...

per far quadrare il bilancio basterebbe ridurre gli sprechi( cene, consulenze, taxi, omaggi, rimborsi spese " abbondanti" etc. etc..)
per la firma dei volantini sappi che sono stati votati da assemblee aperte a tutti i lavoratori alle quali avresti potuto partecipare e manifestando tutto il tuo dissenso verso la "nostra" lotta ma forse durante le tante assemblee organizzate eri troppo impegnata a scodinzolare dietro qualche brillante direttore..

p

 
At 4/20/2006 5:26 PM, Anonymous Anonimo said...

Peccato anche questa volta non avete centrato il problema: lavoro in sede e qui di direttori non ce ne sono e soprattutto non abbiamo bisogno di scodinzolare dietro a nessuno, ma anche noi, almeno così mi risulta, siamo dipendenti Feltrinelli! Possibile che non siate capaci di un dialogo serio? Ogni volta che qualcuno la pensa diversamente da voi, siete subito pronti a replicare non con fatti oggetivi ma con allusioni non sempre gradite e ti assicuro che, in quanto donna, l'allusione da te fatta è davvero poco gradevole. Perché dovete far tacere chi la pensa diversamente o ha un punto di vista diverso? Vi piace così tanto la censura?

 
At 4/21/2006 8:27 AM, Anonymous Anonimo said...

a me sembra che invece tu la tua la possa dire in assoluta libertà.
e noi in assoluta libertà ti diciamo che non siamo concordi con te.

 
At 4/21/2006 2:55 PM, Anonymous Anonimo said...

secondo me tra voi due sta nascendo una storia d'amore

 
At 4/23/2006 9:40 AM, Anonymous Anonimo said...

Forse c'è qualcosa che ancora non è chiaro..
Lavoro da 3 anni in uno dei punti vendita "La Feltrinelli Village", il nuovo format presente nei centri comerciali.
Da noi fare tutto sempre è una quotidiana realtà: seguire i clienti, fare cassa, ricevere caricare ed esporre la merce, bollinare/sbolinare le campagne, gestire la parte amministrativa e ua parte degli ordini, correre quando suonano le barriere antitaccheggio e naturalmente sorridere, sorridere, sorridere..
Ad oggi non abbiamo ricevuto premi produzione nonostante il raggiungimento dei budget, non abbiamo ticket nè indennità per il lavoro domenicale e festivo. I turni ci vengono comunicati di settimana in settimana, a volte il sabato per la settimana successiva; quando va bene, ogni due settimane.
La formazione, se di formazione si può parlare, credo sia stata di un paio di giornate in 3 anni, ma non per tutti.. probabilmente se la competenza non ha valore in un una libreria classica o in un megastore, figuriamoci in un centro commerciale. Rimane la cultura personale, quando c'è. Purtroppo a volte diventa difficile coltivarla perchè è ben poca l'energia che resta anche solo per leggere un libro, dopo aver affrontato le quotidiane ore di lavoro a certi ritmi. Naturalmente di frequentare corsi di qualunque tipo non se ne parla, con turni ogni giorno sempre diversi e comunicati con così poco anticipo.
Se il contratto venisse firmato, per come stanno le cose ora, inizieremmo a goderci qualcosa. Ma con una precisa gradualità. Gradualità?!? Dopo 3 anni??
E questa è la sorte che a quanto pare spetterà ai lavoratori delle nuove aperture..
L'azienda si espande, nulla di male, ma come stanno veramente i lavoratori? Qualcuno questo se lo sta chiedendo?
Sembra non sia possibile un accordo che permetta di migliorare le condizioni di lavoro per tutti.
Questo, se da una parte abbatte e delude, dall'altra fa giustamente incazzare.
Certo, c'è chi sta peggio, ma ciò non toglie il sacrosanto diritto che ogni essere umano ha, da che mondo è mondo, di trovare il modo per migliorare le proprie condizioni di vita.
E credo che sia quello che stiamo cercando di fare.

 
At 5/02/2006 11:33 PM, Anonymous Anonimo said...

Gentile signorina della sede, sono donna anche io, a te magari nessuno ti ha mai dato fastidio, o forse sei proprio tu una di quelle che danno fastidio ai colleghi, noi donne sappiamo essere spietate. Parla solo per te se possibile, e leggi attentamente questo blog, trovi tante storie di gente che ha dei problemi reali e che sta cercando di risolverli per se stesso e per chi verrà dopo di lui...problemi che riguardano la vita lavorativa, divenuta invivibile in negozio...perchè non ti proponi per fare uno stage sul campo? Magari poi parliamo sullo stesso piano. E problemi che riguardano una vita personale resa quasi impossibile da turni comunicati in ritardo, cambiati di continuo e da straordinari chiesti col ricatto. E ancora problemi economici dovuti a stipendi, soprattutto quelli dei part time che poco si adeguano alla vita reale. Forse alla sede state meglio di noi, non lo so non mi ci hanno mai fatta avvicinare, neanche col pensiero. Forse tu vivi in un mondo dorato e paparino ti da ancora la paghetta, ma io, e non credo di essere l'unica, della paghetta di papà vorrei poterne fare a meno. Vorrei poter fare un lavoro, che per quanto da sempre sia stato pesante sia anche almeno in parte gratificante per me e in linea con gli studi che ho fatto. Lo sai cosa succede al capitalismo ad un certo punto? Collassa...Magari scoprire che dei dipendenti almeno in parte soddisfatti e contenti di fare il proprio lavoro contribuisca al benessere dell'azienda potrebbe aiutare tutti.

 

Posta un commento

<< Home