4.13.2006

Pronti, partenza via... SCIOPERO!!

8 Comments:

At 4/13/2006 2:53 PM, Anonymous Anonimo said...

RIDUZIONE A 38-39 ORE:
NESSUNA IMPOSIZIONE !

Ciascun dipendente full-time possiede 104 ore annue di permessi. Nel caso non vengano goduti vengono pagati nel mese di marzo, il valore di ogni ora è di 8 euro pari dunque a circa 800 euro annui.

LA RICHIESTA DELL’AZIENDA
L’azienda intende eliminare questo costo (ma per il dipendente è un reddito) facendo utilizzare tutti i permessi di cui ciascuno dispone.
In cambio offre:
- un riconoscimento economico di 60 euro per la riduzione a 39 ore subito più altri 60 euro per la riduzione a 38 ore entro il 2009;
- un riconoscimento di 8 ore di permessi in più (4 per chi ha meno di 12 mesi di anzianità) rispetto a quanto già prevede il Contratto nazionale.
L’utilizzo dei permessi non può essere deciso autonomamente ma va concordato con il direttore del punto vendita.

LA NOSTRA OPINIONE
Il sacrificio economico che questa richiesta comporta per ciascun lavoratore è consistente.
Senza considerare che i negozi sono già in una situazione di organico risicato e ogni assenza si traduce simultaneamente in un aumento consistente di carico di lavoro per gli altri colleghi.
Perdipiù non è neanche lasciata libertà di scelta su come utilizzare i permessi magari tramutandoli in una settimana aggiuntiva di ferie o attaccandoli alla domenica.
Quì si vuole la botte piena, la moglie ubriaca e anche qualcos’altro…
Dal nostro punto di vista questo tema è accettabile solo in cambio di un riconoscimento economico dignitoso e di una ampia possibilità di scelta da parte dei lavoratori su come e quanto utilizzare i permessi.


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At 4/13/2006 2:54 PM, Anonymous Anonimo said...

TICKET:
ANCORA POCO E ANCORA POCHI

La nostra richiesta di aumentare il buono pasto si è infranta subito di fronte al muro di sbarramento dell’azienda. La motivazione è che se i ticket superano il valore di 5 euro e 29 centesimi sono tenuti a pagarci sopra tasse e contributi.

L’OFFERTA DELL’AZIENDA
L’art. 30 propone le seguenti condizioni per avere diritto al ticket:
“ - un turno di lavoro che copra una delle seguenti fasce orarie (vedi A e B), senza alcuna limitazione legata alla durata dell’interruzione dell’attività lavorativa dovuta alla pausa:
A) 12,30-14,30
B) 19,30-21,30
- durata giornaliera minima dell’orario di lavoro prestato pari a 6 ore”

LA NOSTRA OPINIONE
A parte il fatto che sarebbe più che ragionevole aumentare il valore dei ticket visto che ormai, soprattutto nelle grandi città, con 5,29 euro non si mangia.
Che poi l’azienda ci debba pagare tasse e contributi non ci sembra un fatto scandaloso.
Secondariamente, se proprio non si vuole aumentare il valore, che almeno si allarghino il più possibile le condizioni al fine di averlo ogni giorno di lavoro.
La formulazione proposta invece, oltre ad essere poco chiara e quindi interpretabile in modi diversi, non dà una risposta sufficiente alla nostra richiesta.


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At 4/13/2006 2:55 PM, Anonymous Anonimo said...

PRECARI IN CRESCITA


Feltrinelli si è sempre distinta per l’intenzione di offrire una condizione lavorativa stabile.
E’ una scelta che abbiamo sempre molto apprezzato, anzi condiviso, nel panorama di generale precarizzazione del lavoro che ci circonda.
Ma adesso qualcosa sta cambiando.
Si capisce da diverse specifiche realtà che abbiamo verificato nei negozi.

I CONTRATTI A TERMINE
Assistiamo, per prima cosa, alla tendenza a non stabilizzare i lavoratori con contratto a tempo determinato.
Quì non si chiede che tutti coloro che hanno lavorato in sostituzione a colleghe in maternità o in malattia siano poi assunti indipendentemente dalle necessità di organico però non si capisce perché non vengono presi in considerazione prioritariamente in caso di nuove assunzioni a tempo indeterminato.
Peraltro si tratta di persone che sono già state formate e quindi possono inserirsi meglio e più in fretta nel nostro ambito di lavoro.
Si preferisce invece assumere una persona e poi lasciarla a casa, assumerne un’altra e poi lasciarla a casa, e così via.

I PART-TIME SOTTO LE 20 ORE E I VERTICALI
Il lavoro part-time, quando non è frutto di una scelta volontaria, comporta per chi lo svolge una notevole precarietà per via del basso reddito che non garantisce alcuna indipendenza economica.
Per questa ragione nel vecchio contratto del 2001 si fissava che il contratto part-time non potesse scendere sotto le 20 ore settimanali e il principio viene, giustamente, mantenuto nella nuova proposta aziendale.
Ora scopriamo che nel gruppo Feltrinelli ben 218 persone lavorano meno di 20 ore e magari sono anche costrette a lavorare (per meno soldi degli altri) tutte le domeniche.
Complimenti per la coerenza…


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At 4/13/2006 2:55 PM, Anonymous Anonimo said...

AI NUOVI ASSUNTI
STIPENDI PIU’ BASSI

L’atteggiamento di Feltrinelli nei confronti dei giovani che vengono assunti è uguale in tutto e per tutto a quello che vorrebbero fare la gran parte delle aziende italiane: creare un doppio regime salariale per dividere i lavoratori giovani dai vecchi.

LA RICHIESTA DELL’AZIENDA
Riportiamo solo le richieste più importanti:
 Salario d’ingresso per i primi due anni di lavoro che significa: metà premio aziendale, metà indennità domenicale e metà superminimo di gruppo.
 Riduzione a 38 ore da subito con conseguente riduzione dei permessi retribuiti.
 Buono pasto più basso il primo anno (4 euro invece che 5,29 ma la prima richiesta era ancora più bassa: 3 euro!!).
 Nessuna maggiorazione per l’apertura domenicale (per i vecchi è del 30%).
 Percentuali ridotte per la maggiorazione dello straordinario ordinario: il 40% per i vecchi diventa 30% per i giovani, il 30% diventa il 20% e il 20% diventa il 15%.
 Per i part-verticali l’indennità per il lavoro domenicale partirebbe da 44 euro a domenica contro i 60 euro di Ricordi o i 69 delle Librerie Feltrinelli.
 Nelle nuove aziende del Gruppo (p. es. Grandi Stazioni): nessun contratto aziendale.

LA NOSTRA OPINIONE
Che i nuovi assunti non possano vantare le competenze e l’esperienza dei vecchi è un fatto ovvio e viene riconosciuto nel contratto nazionale da due istituti salariali precisi: l’anzianità e il livello. In più esistono i contratti di apprendistato.
Che i giovani debbano essere pagati di meno su quasi tutte le voci che compongono il contratto aziendale è quindi un accanimento la cui filosofia ci vede in completo disaccordo. Nel contratto scorso questa impostazione ha già trovato un parziale ascolto ma è impensabile che tutte le volte si scarichino sui nuovi assunti tutti i problemi.
Siamo per conquistare condizioni migliorative per tutti, in un clima di solidarietà tra giovani e vecchi lavoratori mentre l’azienda vuole dividere e spezzettare il più possibile per mettere in competizione i dipendenti tra loro.
Non è solo un problema contrattuale ma di atteggiamento generale verso i giovani che vengono troppo spesso penalizzati nel mondo del lavoro.

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At 4/13/2006 2:56 PM, Anonymous Anonimo said...

PART-TIME:
ORARI SEMPRE PIU’ FLESSIBILI

La proposta che l’azienda avanza per il nuovo contratto è di introdurre orari sempre più flessibili per i part-time.

LA RICHIESTA DELL’AZIENDA
All’articolo 8 si prevede l’introduzione delle cosiddette “clausole elastiche e flessibili” secondo cui gli orari dei part-time possono essere cambiati continuamente.
La maggiorazione del pagamento per ogni ora lavorata fuori dall’orario normale è pari al:
3% in caso di preavviso di di almeno 2 giorni
2% in caso di preavviso di almeno 4 giorni
1,5% in caso di preavviso di almeno 7 giorni.
E’ possibile non aderire a queste clausole e questo non può essere motivo di licenziamento (lo dice il contratto nazionale).
E’ possibile ripensare l’eventuale adesione per frequentare una scuola media superiore o per attività in associazioni di volontariato oltre alle ragioni previste dal contratto nazionale (gravi problemi di salute, altre esigenze lavorative, gravi motivi familiari).

LA NOSTRA OPINIONE
Questa proposta, così formulata, ci vede contrari.
Come dappertutto anche nella nostra azienda i part-time sono soprattutto lavoratrici che oltre al lavoro normale sono spesso impegnate nella cura dei figli e nei lavori domestici e di cura. Di questo non si tiene conto in nessun modo.
Secondariamente la frequentazione alla scuola media o superiore ci sembra una condizione poco diffusa tra i nostri colleghi, sarebbe più sensato parlare di corsi universitari o di formazione in generale (lingue, informatica, ecc….)
Oltre a questo temiamo che l’adesione alle clausole elastiche e flessibili possa essere proposta al momento dell’assunzione. E’ evidente che, in questo caso, non si tratterebbe di una “proposta” a cui l’interessato può rispondere in piena libertà.
La gestione degli orari è strettamente legata alla qualità della vita, conoscere i propri turni di lavoro con un mese di anticipo è una conquista del vecchio contratto interno mentre i part-time sono tutelati, non a caso, dalla legge.
Non è pensabile, in assenza di condizioni e garanzie precise, arrivare a modificare continuamente gli orari.

FILCAMS-CGIL, FISASCAT-CISL, UILTUCS-UIL

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At 4/13/2006 3:06 PM, Anonymous Anonimo said...

avanti così senza pietà!!
no alle 38 ore !
no alla precarietà in ogni sua forma!
contratto uguale per tutti e tutte!!

 
At 4/13/2006 9:35 PM, Anonymous Anonimo said...

secondo me roganno tanto sulla questione orari, perchè la gestione che chiediamo noi (che sarebbe anche corretta, visto che se andate a vedere in altri posti di lavoro i dipendenti sanno esattamente che turno faranno sempre e comunque, in modo tale da potersi organizzare la vita) richiede per forza assunzioni in più...e l'azienda, ora troppo impegnata con nuove aperture di negozi, non vuole investire nel personale...

bella mossa...

 
At 4/19/2006 1:37 PM, Anonymous Anonimo said...

bravi! continuate così! hanno rovinato anche la feltrinelli, qui dannati manager capitalisti. è ora di riprendervi il tempo e lo spazio.

una lettrice solidale

 

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