12.11.2007

Merry Christmas 2007



ASSEMBLEE & SCIOPERI
La trattativa per il rinnovo del CCNL è ferma. Il contratto è scaduto ormai un anno fa e Confcommercio dopo aver temporeggiato per mesi oggi tenta di mettere in discussione non solo questo rinnovo del CCNL ma il CCNL in quanto tale!
CGIL-CISL-UIL hanno indetto una serie di mobilitazioni prenatalizie, tra cui una giornata di sciopero di tutta la categoria per sabato 22 dicembre! Sappiamo bene cosa significa indire uno sciopero dei lavoratori del commercio per quel giorno. Sappiamo cosa vuol dire per le aziende del commercio ma sappiamo anche che se CGIL-CISL-UIL sono ricorsi per la prima volta da decenni ad una mobilitazione così dura è perché nell’ambito di questa trattativa ci si sta giocando molto e solo la nostra capacità di mobilitazione può sbloccare la partita. Per ora le carte le sta dando confcommercio…ed è una pessima mano. Toccherebbe a noi rilanciare…
GIOVEDI' 13 DICEMBRE: ASSEMBLEA SINDACALE
c/o LF Duomo
2 turni: 10-11 e 11-12
per i colleghi Feltrinelli di Duomo, Manzoni, Cavour e Ricordi Galleria
VENERDI' 14 DICEMBRE: ASSEMBLEA SINDACALE
c/o MS Baires
2 turni: 10-11 e 11-12

MERCOLEDI' 19 DICEMBRE: ASSEMBLEA GENERALE
ore 21.30 c/o LATO B
invitiamo a partecipare all’assemblea non solo tutti i colleghi della Feltrinelli e di Ricordi ma in generale tutti i delegati ed i colleghi del commercio e della grande distribuzione in vista dello sciopero di sabato

VENERDI' 21 E SABATO 22 DICEMBRE: SCIOPERO

L’appuntamento è per tutti SABATO alle 15.00 davanti al negozio di Duomo con volantini, striscione, fischietti. Saranno comunque le assemblee a definire gli appuntamenti ed i dettagli.

RSU MILANO

7 Comments:

At 12/12/2007 6:38 PM, Anonymous Anonimo said...

e nel resto d'italia che fate?

 
At 12/13/2007 12:57 AM, Anonymous Anonimo said...

Lo sciopero dopo la strage alla Thyssen Krupp
La rabbia operaia in piazza

Ieri a Torino oltre 20mila lavoratori sono scesi in piazza per gridare tutta la rabbia ed il dolore per la strage avvenuta alle acciaierie Thyssen Krupp. Un corteo compatto che ha urlato ad alta voce che stavolta i padroni la devono pagare.

"Per i morti operai non basta il lutto, pagherete caro pagherete tutto" era uno degli slogan urlato dai lavoratori dello stabilimento di Corso Regina Margherita in dismissione, ma dove le maestranze erano costrette ad osservare turni di 12 ore.
L’atmosfera è tesa, lo si capisce dalla contestazione aperta di cui sono oggetto il sindaco Chiamparino ma anche Bertinotti. Chi contesta non sono squatter o “black block” ma lavoratori di tutte le età, pensionati, madri con bambini al seguito. Il padre di uno dei lavoratori morti nel rogo, piange suo figlio e ripete continuamente, alla testa del corteo: “Assassini, brucerete tutti”.
All’arrivo in Prefettura i partecipanti al corteo ascoltano con attenzione uno dei compagni di lavoro delle vittime, poi prende la parola Rinaldini, il segretario nazionale della Fiom, che a stento riesce a concludere il discorso, interrotto più volte dal grido “giustizia, giustizia”. Quando prova a parlare un rappresentante della Fim, dopo pochi secondi è tutto un subissare di fischi e di grida: “vergogna”, “venduti” ed “assassini”. Il comizio si interrompe ed il corteo procede verso l’Unione degli industriali. Sono ancora diverse migliaia, malgrado tutti i limiti della mobilitazione convocata da Cgil, Cisl e Uil. Infatti lo sciopero di otto ore era solo per i metalmeccanici, per il resto delle categorie le ore erano solo due. Eccetto per coloro che lavorano nel settore del trasporto pubblico, dove si sono effettuate fermate simboliche di due minuti! I padroni a quanto pare se ne possono fregare delle leggi sulla sicurezza sul lavoro, mentre i lavoratori devono accettare in silenzio limitazioni assurde ad un loro diritto fondamentale: quello di sciopero.
Tutta la vicenda del gruppo Thyssen Krupp è scandalosa. Lo stabilimento di Torino doveva essere chiuso: nella logica del profitto che regola i comportamenti della multinazionale tedesca doveva rimanere aperto solo l’impianto di Terni. L’acciaieria di Torino era quindi in via di smantellamento, ma quando a Terni si rompe un treno del reparto laminazione, il padrone non può perdere la commessa e posticipa la chiusura di Torino. E così da dopo l’estate Thyssen Krupp impone straordinari e turni massacranti ai lavoratori rimasti, la metà dell’organico. Se rifiutavi venivi messo alla porta. Mancavano quasi completamente i manutentori, emigrati in un’altra acciaieria vicina in cerca di un lavoro più sicuro. Mancavano le più elementari misure di sicurezza. Gli estintori non funzionavano e sembra nemmeno i telefoni di emergenza in quella tragica notte.
Solo in seguito a questa tragedia veniamo a sapere che l’Inail ha un utile complessivo di 12,4 miliardi di euro che potrebbero essere investiti per migliorare la sicurezza nei luoghi di lavoro: più ispezioni e controlli, formazione, miglioramento dei trattamenti. Questo “tesoretto” giaceva invece nelle casse della Tesoreria dello Stato e la Finanziaria 2005 ne aveva bloccato l’utilizzo “in attesa del miglioramento dei conti pubblici”.
Ecco a dove porta la logica del risanamento dei conti!
Non solo: fonti governative propongono di elargire questi fondi alle aziende "virtuose", che rispetterebbero le norme di sicurezza, sotto forma di sconti sui premi assicurativi Inail! Ogni mezzo è lecito da parte del governo per fare un regalo ai padroni!
La morale del capitale è spietata: si doveva spremere quello stabilimento fino all’ultima goccia d’olio ed i lavoratori fino all’ultima goccia di sudore. E così è stato. La Thyssen Krupp non ha rispetto nemmeno per i morti. In un comunicato emesso domenica spiega che tutte le misure di sicurezza sono state rispettate! Il disgusto per tali dichiarazioni è senza limiti.
Questa vicenda mette alla luce come nei posti di lavoro viga la legge della giungla,dove a fare la parte del leone è il padronato. Dal 2001 al 2006 ci sono stati secondo l’Inail, più di un milione di infortuni all’anno, con oltre 1200 morti e 30mila invalidi ogni 12 mesi: la legge 626 è ormai carta straccia. La logica privatistica ha colpito anche il ministero del Lavoro: un lavoratore dal palco denunciava come gli ispettori del lavoro erano allo stesso tempo consulenti dell’azienda.
I delegati sono stati privati di ogni possibilità di controllo sui ritmi di lavoro, sulle misure di sicurezza
I lavoratori di tutta Torino hanno contestato in maniera sacrosanta dirigenti sindacali e rappresentanti delle istituzioni. Le loro lacrime sono di coccodrillo. Chi ha permesso, all’interno delle amministrazioni locali, la dismissione della fabbrica? A cosa pensavano i vertici sindacali quando, firmando un contratto dopo l’altro, lasciavano che la flessibilità aumentasse ed i diritti diminuissero? E governo e parlamento cosa hanno fatto in questi anni, salvo concedere enormi sgravi fiscali alle imprese, finanziamenti a fondo perduto e, nel recente “pacchetto welfare”, detassare le ore di straordinario?
L’ipocrisia è abissale. Si lanciano collette sul quotidiano di Torino La Stampa, di proprietà degli Agnelli, che per inciso sono stati i primi proprietari dell’acciaieria di Corso Regina. Si fa un minuto di silenzio alla Prima della Scala e sui campi di calcio di serie A. Domani tutto da questi signori sarà dimenticato. Come si può infatti piangere i morti di Torino e poi chiedere sempre più flessibilità, sempre più straordinari, sempre nuovi turni notturni o domenicali?
Il ministro Ferrero lavorerà per inserire provvedimenti d’urgenza nel pacchetto sicurezza riguardo alla sicurezza sul lavoro. Saranno aggiuntivi naturalmente, ma non dubitate: chi venderà cd contraffatti alle fermate della metropolitana passerà sempre più giorni in prigione di chi è responsabile di queste “morti bianche” che altro non sono che omicidi in piena regola.
Questa manifestazione ha manifestato nella maniera più eclatante quanto sia profondo il solco tra lavoratori e vertici dei partiti di sinistra, dopo quindici anni di concertazione e quasi due anni di governo Prodi.
Per comprendere meglio l’afasia e l’inadeguatezza di questi gruppi dirigenti, sullo striscione di Fim, Fiom e Uilm non si era trovato nulla di meglio che scrivere “Basta”.
Ci chiediamo: ma basta a cosa? Basta alla logica del profitto, rispondiamo. Basta allo sfruttamento padronale, basta al sistema capitalista.
Alzare la bandiera di questa lotta sarebbe il modo migliore per rendere omaggio ai lavoratori che hanno perso la vita alla Thyssen Krupp e di tutti gli altri uomini e donne che ogni giorno sono preda dello stesso crudele destino.

 
At 12/13/2007 1:54 PM, Anonymous Anonimo said...

le tragedie come questa sono la diretta conseguenza di un modello capitalista nel quale per rimanere competitivi è necessario aumentare al massimo la produzione diminuendo al minimo le spese fisse. sono la diretta conseguenza della flessibilità del lavoro, dell'incentivo agli straordinari, del mito della produttività ecc.. e ancora oggi sui giornali ci sono imprenditori che -senza vergogna, nel giorno dei funerali a Torino- dicono che gli straordinari sono amati e voluti dai lavoratori. METTIAMO IN CHIARO LE COSE: NOI NON VOGLIAMO GLI STRAORDINARI, NOI ABBIAMO BISOGNO DEGLI STRAORDINARI, che è una cosa ben diversa. ne abbiamo bisogno per gli stipendi da fame che ci date. sono una dura necessità. non credo che gli operai che erano in quella fabbrica da 12 ore sarebbero stati li se avessero avuto l'opportunità di starsene a casa con le loro famiglie. le parole di questi imprenditori sono insulti inaccettabili, e l'unica risposta che noi possiamo dare, al di la dei minuti di silenzio e della retorica vuota dei politici, è lottare contro questo sistema di cose che non ci vede altro che come un fattore di produzione da spremere il più possibile.

 
At 12/16/2007 10:17 PM, Anonymous Anonimo said...

perche' in altri negozi non sappiamo niente di questa agitazione ?

 
At 12/17/2007 11:40 AM, Anonymous Anonimo said...

le informazioni non arrivano dall'alto, purtroppo, e se non c'è una rappresentanza sindacale o qualcuno di buona volontà che presta attenzione a queste cose non sarà certo la direzione ad avvertirvi che c'è uno sciopero!! la mobilitazione ce la siamo organizzata da soli, è l'unico modo. organizzatevi anche voi in altre città! contattate il sindacato! non aspettiamo sempre la voce del messia per muoverci!

 
At 12/19/2007 2:44 PM, Anonymous Anonimo said...

hai ragione! non si può aspettare la voce del messia, ma nei negozi piccoli con 6 dipendenti massimo come si fa a scioperare?
si dovrebbe si dovrebbe ma è dura.
bless

 
At 12/19/2007 4:50 PM, Anonymous Anonimo said...

anche io lavoro in un negozio di poche persone...
Alla fine non è così dura: ci si assumono le proprie responsabilità e si prende una posizione...
Se il direttore è una persona ragionevole gli si spiega che non c'è nulla di personale altrimenti peggio per lui...
Per il resto fino a quando lo sciopero resta un diritto non dovrebbero esserci problemi e poi, nonostante l'alto numero di direttori stupidi ancora nessuno è stato tanto stupido da rompere le scatole ad uno scioperante...
Ricordati che scioperi per un diritto (ad un contratto dignitoso, a condizioni lavorative migliori), in soliderietà con tanti colleghi del commercio meno fortunati di noi e che quindi lunedì potrai entrare in negozio a testa alta...
in bocca al lupo e speriamo di vederci sabato in una delle tante piazze italiane!!!

 

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