4.29.2006

appuntamento per la MAY DAY

ore 15.00 piazza 24 Maggio
davanti al lato b

4.28.2006

Ufficio marketing Effelunga

Siamo lieti di comunicare che Lunedì 1 maggio, durante il corteo della Mayday 2006 a Milano, verrà presentata in anteprima nazionale la nuova campagna pubblicitaria Effelunga.
Dal 1 maggio tutti gli interessati alla diffusione del materiale pubblicitario nelle proprie città potranno richiedere i materiali all'indirizzo del blog blogeffelunga@hotmail.it
L'ufficio marketing intende ringraziare tutti i collaboratori interni e esterni che con il loro impegno e la loro passione hanno contribuito alla realizzazione di questa campagna.
Un ringraziamento particolare ad un uomo che con la sua chiarezza di idee e la sua lungimiranza, prendendoci per mano e portandoci fuori dalle caverne in cui risiedevamo, ci ha dischiuso le porte dell'informatica mostrandoci le sue infinite possibilità: il dottor Stefano Sardo

Ufficio Marketing Effelunga
in Agitazione permanente fino al nuovo contratto integrativo

Diritti uguali per tutte e tutti!!!

4.27.2006

promo 15 Aprile 2006

4.25.2006

a proposito di intercettazioni...

Apprendo dalla puntata di Report del 23 aprile 2006 che il quotidiano "IlManifesto" elargisce il medesimo stipendio (circa 1400 euro) al direttoreGabriele Polo, ai capi redattori ed ai giornalisti, fino alla centralinista.Squilla il telefono, abbasso la televisione, è Carlo Effe:- Ciao Alvaro, come butta?- Bene grazie, cioè insomma, e a te Carlo?- Non c'è male, sai, stavo guardando Report e ho visto che al Manifesto prendonotutti lo stesso stipendio! Su questo si basa la loro Cooperativa...Facciamoloanche noi!- Ma come Carlo, sei sicuro? Pensi che accetterebbero quei dirigenti provenientidalla "scuola del Supermercato" che negli ultimi anni abbiamo strappatoall'Esselunga, al Gigante, al Pam, alla Decathlon? A quelli interessanosoprattutto il Potere e i Soldi, non hanno passione per il lavoro che svolgonoall'interno di un'azienda che dovrebbe essere la più grande Iniziativa culturaledel Paese, come diceva Luciano Bianciardi, te lo ricordi Luciano Bianciardi?I nostri dirigenti mi sembra che abbiano proprio perso la capacità di motivare inostri librai e i nostri "discai", li trattano come manovali e carrellisti dellacultura, come commessi intercambiabili assunti a tempo determinato, se vabene...Figurati se accetterebbero di ridursi lo stipendio!- Ah già! E' vero Alvaro! Mi sa che hai ragione, me l'ero proprio scordato!Adesso vado a sfogliare un po' le pagine bolognesi della Repubblica, a me nonrisulta ci sia stato nessuno sciopero all'Effelunga! Ah, questi quotidianicomunisti hanno proprio rotto con le loro fandonie! Per fortuna c'è laRepubblica!Ciao, stammi bene Alvaro.. .- Ciao Carlo Effe, alla prossima...(Questa telefonata è stata intercettata tra Lisbona e Milano, una sera di apriledel 2006).Ciao a tutti

EFFELUNGA NEWS DEL 25/4/2006:

La voce era nell’aria da qualche giorno, ma ora è ufficiale.Il Dottor Sardo ha vinto il premio “Bill Gates 2006” .La decisione della giuria, presieduta da Bill Gates in persona, è stata motivatadagli enormi investimenti informatici che il Dottore ha eseguito all’interno deinegozi della catena Effelunga addirittura dall’anno 2000, quando ancora eranoben poche le aziende che lavoravano con i computer. Ad aumentare la portatadelle innovazioni messe in atto dal Dottore, c’è da ricordare che prima del suoavvento all’interno dei punti vendita (che allora si chiamavano ancoraFeltinelli e Ricordi, e non ancora, come oggi, Effelunga libri e musica) idipendenti erano soliti comportarsi come dei cavernicoli, a stento emettevanosuoni che andavano oltre sonorità gutturali del tipo: “UH! UH!”, ed avevano lasquallida abitudine di vestirsi coprendosi solamente con pelli di leopardo.La premiazione avrà luogo il 1 maggio 2006 in occasione della Festa deiLavoratori. Sono solo indiscrezioni, ma sembra che in tale occasione Bill Gates,dopo aver consegnato al Dottore l’ambito premio, deciderà di farsi da parte perlasciare le redini del suo impero al geniale, unico e incontrastato innovatoreinformatico esistente al mondo, a meno che quest’ultimo, come ha dichiaratoall’autorevole Corriere della Sera del 19/4/2006, non decida di guidarepersonalmente la missione che porterà per la prima volta l’uomo su Marte.

4.24.2006

Effelunga alla mayday 2006!!!

dopo la prima tornata di scioperi e per rovinare le feste ai nostri dirigenti:
tutte e tutti in piazza
a Milano il Primo Maggio


Volantini, striscioni, cartoline manifesti e tutto quello che ci viene in mente per ricordare che
Alla feltrinelli si sciopera!!! EXCITING!

ospitlità garantita per tutti quelli che arriveranno da fuori... per cui invitiamo i colleghi di Milano a segnalare fin da subito la propria disponibilità ad ospitare colleghi da fuori ed invitiamo i colleghi da fuori a comunicare le loro adesioni.
partecipate (ed ostpitate) numerosi!!

4.23.2006

...e questo è giusto!

4.21.2006

altro giro, altro regalo

SABATO 22 APRILE:
seconda giornata di scioperi a scacchiera in Feltrinelli!
abbiamo fatto il primo sciopero in 50 anni,
ci stiamo prendendo gusto...!

OTTIMA RIUSCITA

Saranno in sciopero i lavoratori Feltrinelli e Ricordi di BARI, TORINO, FIRENZE, BRESCIA, PARMA, RAVENNA, MODENA, BOLOGNA e PESCARA. non si sa quando né per quanto.

aggiungete nei commenti a questo post, notizie, info e cronache dalle città in sciopero.

FIRENZE SCIOPERA!!!

SCIOPERO SCIOPERO SCIOPERO SCIOPERO SCIOPERO


LAVORATORI FELTRINELLI – RICORDI
IN SCIOPERO!


E’ la nostra “prima volta” dopo 50 anni di gloriosa storia : uno sciopero per difendere la nostra dignità di lavoratori, la nostra unità e i diritti acquisiti negli anni scorsi.

Da oltre un anno è scaduto il nostro contratto integrativo aziendale e il Gruppo Feltrinelli ci trascina in una trattativa che mira a creare lavoratori di serie A e di serie B, iper-flessibili, sottopagati, dequalificati e ridotti a soli “rifornitori di scaffali”.

Vogliamo dire basta ai doppi regimi, basta alle differenze salariali fra “vecchi” e “giovani”!

Per questo chiediamo ai clienti di Feltrinelli e Ricordi, a tutti i lettori, ascoltatori di musica, ai passanti e ai cittadini, di solidarizzare con noi e di non effettuare acquisti durante lo sciopero.

Vi chiediamo solidarietà
anche al fine di preservare la qualità e la tradizione di un gruppo storico, per fare in modo che una libreria come la nostra rimanga un luogo dove parlare di libri, di letteratura, di dischi e di musica e non un distributore automatico di libri-merce, dove il profitto diventa più importante delle persone che ci lavorano e che ci lavoreranno in futuro.
Le RSA Feltrinelli – Ricordi di Firenze

MODENA SCIOPERA!!!

Anche i dipendenti (Feltrinelli e Ricordi) di Modena parteciperanno allo sciopero di sabato 22 aprile

di seguito un ricordo della figlia di Luciano Bianciardi trovato su internet.

Bianciardi nel ' 54 andò a Milano per lavorare nella redazione della Feltrinelli, la nuova, grande, progressista casa editrice...
Un episodio per tutti: sia Bianciardi, sia Valerio Riva, sia gli altri che lavoravano alla Feltrinelli, all'inizio non guadagnavano molto e facevano una vita piuttosto grama, mangiando alle latterie, magari mezza porzione, mentre Feltrinelli era notoriamente miliardario. Una sera che erano tutti intorno a un tavolo delle riunioni, verso le sei del pomeriggio arriva il Giaguaro fresco di doccia, appoggia il suo bellissimo cappotto di cammello di fianco a quello del Bianciardi, voltato e rivoltato tre-quattrocento volte, e comincia a parlare di giustizia sociale e lotta di classe, per due ore. Mio padre non ne può più, alla fine si alza - gelo, perché non ci si poteva alzare quando parlava il padrone - guarda quel suo cappotto liso, batte la mano sul tavolo, prende il cappotto del Feltrinelli, se lo infila, si pavoneggia un attimo, si volta, poi alza il pugno e dice: viva la lotta di classe, ed esce. È andato avanti per un paio d'anni con questo cappotto bellissimo e gli amici, che sapevano le sue condizioni economiche, gli chiedevano: ma come hai fatto, Luciano, a comprarti un cappotto così bello? No, non me lo sono comprato, me l'ha regalato il Feltrinelli perché lui alla lotta di classe ci crede veramente.
Un bes

colleghi, svegliateci!!!

Purtroppo devo fare una considerazione generica quel tanto che mi consenta di rimanere anonima e cioè che in alcuni punti vendita della catena abbiamo avuto notizia di quanto accaduto,pur sostenendo e ovviamente condividendo con tutto il cuore la nostra comune causa, soltanto oggi. Le realtà dei negozi non sono tutte uguali e i piccoli punti vendita che non hanno al loro interno un rappresentante sindacale sono lasciate ai margini e in balia della buona creanza dei direttori che possono o meno divulgare certe notizie a loro discrezione. Nei quotidiani locali non abbiamo visto articoli o forse ci sono sfuggiti, fatto sta che pur essendo nel nostro stesso interesse partecipare alla catena degli scioperi abbiamo fatto la figura dei soliti fessacchiotti che nulla sapevano e a testa bassa guardano la carota appesa loro davanti. Vorrei segnalare la cosa a chi può e desidera comunicare ai colleghi più lontani dai centri nevralgici della cultura e dell’economia quanto sta avvenendo nelle realtà maggiori in modo da dare , se pur modesto, il nostro contributo al fine di ottenere i risultati sperati. Diceva un grande: “anche una piccola sorsata ti può dare l’idea del gusto salato del mare”. Grazie a tutti i colleghi che si sono attivati in questi giorni da parte di noi tutti del Veneto orientale.

3 video dallo sciopero

da questo link è possibile vedere tre fimati dello sciopero di milano duomo e galleria.

http://www.chainworkers.org/dev/node/view/207

"Prima il lavoro era in catene,
poi alla catena,
quindi per una grande catena:

chainworkers!

spezzate le vostre catene,
fate tirar fuori i soldi alla vostra catena"

il manifesto, giovedì 20 aprile

Feltrinelli, staffetta anti precarietà

Da sabato scorso le librerie in sciopero a rotazione: «Salari e orari più equi» I lavoratori Prima erano considerati «librai», adesso sono semplici «commessi»
LUCA DOMENICHINI
Continua lo sciopero in sette città di tutta Italia, iniziato sabato scorso e condotto «a staffetta», per i mille e cinquecento lavoratori di librerie e megastore Feltrinelli. La più grande industria culturale italiana (che comprende anche i megastore Ricordi) si è fermata per la prima volta. E di per sé questo è già un evento storico per una catena di librerie e punti vendita di arte e cultura che si rifà al marchio della casa editrice fondata nel 1954 da Giangiacomo Feltrinelli, editore e militante dei movimenti extra-parlamentari di sinistra fino al 1972. «La Feltrinelli, alla fine degli anni Novanta, ha assunto una serie di manager e dirigenti provenienti dalle catene della grande distribuzione, anche alimentare, come Esselunga e Decathlon», osservano i lavoratori che hanno scioperato, «e oggi ne paghiamo noi le conseguenze». I megastore e i punti vendita della prima catena di librerie del paese sono rimasti chiusi a Roma, Milano, Napoli, Bologna, Piacenza, Ancona e Genova. «Per i prossimi giorni - spiega Jonas Onidi, Rsu sindacale nella sezione Duomo, a Milano - sono previsti però altri blocchi. Abbiamo vinto la paura di infrangere questo tabù, uno sciopero nella Feltrinelli, nonostante i tentativi dell'azienda di boicottare la protesta: nel nostro negozio, proprio mentre lasciavamo le casse, si sono presentati capi area e direttori». Per mettere le mani avanti, «cercando di scoraggiare i lavoratori a partecipare», scrivono il giorno dopo lo sciopero di sabato i lavoratori sul loro blog, creato per organizzare la mobilitazione in tutta la rete Feltrinelli in Italia (www.effelunga.blogspot.com). Ma quali sono state le ragioni dello sciopero? I motivi sono simili a quelli di tanti altri megastore italiani e multinazionali: «Mancanza di personale», spiegano i lavoratori della Feltrinelli, oggi chiamati i «commessi», secondo la nuova formula utilizzata per definirli, che ha sostituito il nome di «librai». «La situazione di sotto-organico è ormai cronica, siamo costretti a svolgere tutte le mansioni, senza alcun tipo di formazione professionale». Di più: i salari sono bassi. Raggiungono in media i 950 euro al mese per lavoratori con alle spalle spesso un curriculum di studi che arriva alla laurea. Ma non solo: i tre turni quotidiani - mattina, pomeriggio e sera - sono decisi «senza un anticipo sufficiente a permettere una organizzazione della vita e del tempo libero per i lavoratori - continua a spiegare Jonas Onidi - basta pensare agli orari e alle giornate di lavoro, che ci vengono comunicate soltanto con quindici giorni di anticipo. E nella Feltrinelli si lavora anche la domenica».Nell'ultimo periodo, inoltre, i lavoratori del gruppo editoriale fondato da Giangiacomo Feltrinelli hanno protestato anche per la riduzione dell'orario proposta dall'azienda, che ha presentato un piano per tagliare l'orario lavorativo da 40 ore a 38 ore settimanali. «Scalando però le due ore in meno di impiego dai nostri permessi, che ammonta a 107 ore annuali», spiega Onidi. «La riduzione dell'orario di lavoro, insomma, sarebbe totalmente a nostro carico, secondo la proposta dell'azienda». «Adesione superiore all'80%!», scrivono i dipendenti della libreria Feltrinelli e del megastore Ricordi di Genova. «Anche da noi la libreria ha lavorato a regime ridottissimo», rispondono entusiasti da Ancona. Ma sembra che sia stata a Milano la manifestazione più importante, nella città in cui Feltrinelli ha undici punti vendita tra megastore, librerie, spazi allestiti dentro i centro commerciali (i cosiddetti «Village») e dove stanno costruendo un nuovo negozio per il progetto «Grandi Stazioni». Raccontano gli addetti delle due principali sedi del capoluogo lombardo, i negozi di piazza Duomo e Galleria: «Abbiamo dovuto giocare d'anticipo, spostando lo sciopero di due ore dalle 12 alle 14 anziché nel pomeriggio, perché l'azienda era venuta a conoscenza delle nostre intenzioni. Siamo usciti insieme, lasciando le casse e i punti dentro agli store, per formare un corteo di una quarantina di persone che è arrivata alla Ricordi». Lì davanti gli scioperanti «storici» del gruppo hanno invitato la clientela a rinunciare agli acquisti, spiegando i motivi dello sciopero. In attesa di un miglioramento delle condizioni di lavoro, un monaco benedettino di passaggio ha pensato di concedere loro la benedizione.

4.20.2006

solidarietà da un anonimo libraio del centro

Contro la mercificazione della cultura e l'asservimento dei lavoratori

Come tanti altri che già hanno scritto su questo Blog, manifesto la mia totale e incondizionata solidarietà ai colleghi/e, compagni/e della Feltrinelli: lavoro per una grande e storica libreria del centro del Milano che, anche se non ha raggiunto (in gran parte per scelta) le dimensioni e le caratteristiche della "catena" commerciale, presenta da diversi punti di vista la stessa tendenza alla sclerosi culturale, all'adeguamento alle moderne dinamiche di sfruttamento del lavoro che caratterizza realtà più ampie e diffuse. Un moto che sembra non avere un punto di arresto, in una corsa verso il baratro che lega non soltanto i lavoratori del settore, ma la società intera e i suoi concreti e codificati meccanismi nei rapporti di lavoro: libri come salumi e frigoriferi? Un forte augurio di vittoria e una personale disponibilità a manifestare con loro a tutti i lavoratori della Feltrinelli che, incuranti delle pressioni della dirigenza, esprimono il proprio diritto alla protesta.

una "collega" della Mondadori

compagni colleghi, così vi chiamo perchè anche io lavoro in libreria, ma in una mondadori, e vi scrivo per esprimervi la dovuta solidarietà ma anche per farvi i complimenti perchè, pur trovandovi in una situazione assai simile alla nostra(anche la nostra azienda ha più contratti e non retribuisce tutti secondo le normative del ccnl, ecc. ecc.) voi- a differenza dei miei colleghi- siete innanzi tutto uniti, consapevoli dei vostri diritti e giustamente ribelli.

4.19.2006

solidarietà

Vi esprimo a nome delle RSA di Mediagroup soc. coop la nostra solidarietà per la lotta che state sostenendo.Abbiamo pubblicato sulla bacheca elettronica dei lavoratori Mediagrouphttp://web.tiscali.it/caiazzo/rsa_mediagroup/le iniziative intraprese a Modena e l'url del blog effelunga
Saluti

solidarietà

Salve " Librai " Feltrinelli, sono dispiaciuto ma al tempo stesso molto contentoche finalmente si sia rotto un tabù, ossia fare uno sciopero alle librerieFeltrinelli.Ho lavorato alla Feltrinelli per un anno con un contratto di formazione alladirezione delle librerie, ho pagato con il licenziamento una serie di denuncesia sul metodo di lavoro nuovo, da libraio a venditore di salumi!!!, che sullainadeguatezza delle persone messe a dirigere.Ora con il mancato rinnovo del contratto non fanno altro che dare un ultimostrappo a quello che per molti di noi era un sogno e un vanto ossia lavorarealla feltrinelli.Non si può far dirigere un settore come quello dei libri e della musica a genteche fino a ieri si occupava di salse e di panini negli autogril.Come non si possono avere direttori di negozi che si piegano ai voleri superioricome soldatini, senza un senso critico.Ormai si è passati da metodi fascisti alla Montroni a metodi schiavisti allaSardo, passando per metodi da publitalia, manca che vi mettano con la cravatta eil blazer in libreria.Tutta la mia solidarietà e non mollate!!!

contributo da genova

Ciao a tutti!
Lavoro alla Libreria Feltrinelli di Genova e come tanti di voi la mia testimonianza serve a far sapere che anche noi oggi abbiamo scioperato per il rinnovo del contratto!L’adesione è stata naturalmente molto elevata e ciò vale anche per i nostri amici di Ricordi!In queste occasioni la solidarietà è molto importante perché ti convince ancora di più che quello che stai facendo è giusto ed ha valore.In questo caso oltre che da noi colleghi compagni di fatiche, la solidarietà è venuta anche da tante persone sconosciute e da nostri clienti che ci conoscono invece da molto tempo.E’ stato quasi un po’ imbarazzante dover spiegare loro che le cose sono cambiate e probabilmente cambieranno ancora e non in meglio.Quell’essere di una certa parte che ci doveva far “stare bene” è stato spazzato via dalla logica del profitto e dei numeri e noi siamo rimasti indietro!Pensiamo ancora ingenuamente che si possa pompare denaro senza dover strangolare noi piccoli grandi operai del libro!Quando sono entrata in Feltrinelli ho letto di Giangiacomo Feltrinelli e ho seguito con piacere i racconti di chi lo aveva conosciuto di persona; l’onore di lavorare in una sua creatura poteva essere solo un privilegio!Vago ricordo di tempi lontani o utopie frutto della giovinezza direte voi!Sarà così ma noi ce la stiamo mettendo tutta per far capire che qualcosa pulsa ancora nelle nostre menti di quegli ideali.Qui non c’è solo l’importantissimo contratto di mezzo; si sta mandando al macero la professionalità e il rapporto di stima che è alla base di una buona collaborazione tra chi è dipendente e chi comanda!Terremo duro e ci faremo sentire ancora e con più forza sino a quando sarà necessario!A presto!

Corriere della sera 19 aprile 2006

Prima protesta nell'azienda che pubblicò Negri e la Cederna
Sciopero alla Feltrinelli: «Rotto un tabù»

I commessi: ormai qui è come al supermarket. La replica dell'azienda: «No, il lavoro è migliorato»

MILANO - (... Ce l’hai l’ultimo di Moccia?...) . «... Io sono una delle più vecchie, qui. Sono scappata dal Cile, da Valparaiso, ventun anni fa. C’era Pinochet, la dittatura. Quando sono arrivata a Milano, la prima cosa è stata andare in fondo a questa strada dove lavoro adesso: avevo passato tutta l’adolescenza sognando di vedere piazzale Loreto, dove hanno appeso Mussolini e la Petacci...».

(... Vorrei il libro di Beppe Grillo...)
.
«... Non so se si capisce, sono di estrema sinistra. Ho studiato ingegneria, ma adoro la politica. Leggo tutto su Cuba. E Giangiacomo Feltrinelli è sempre stato un mito. In Sudamerica lui era un eroe e io di nascosto avevo letto tutto. Quando mi hanno assunto alla Feltrinelli, per me è stato un grande onore...».

Protesta dei dipendenti Feltrinelli a Milano (Emmevi)
Protesta dei dipendenti Feltrinelli a Milano (Emmevi)
(... Mi dà il saggio di Ginzburg su Sofri?...)
.
«... Ma anche questo posto è cambiato, sai? Noi non siamo mai stati commessi. Assumevano solo ragazzi laureati o che si stavano laureando. Gente che doveva conoscere quel che vendeva. Ma adesso, come fanno questi ragazzi? Io che ho il vecchio contratto, posso comprare i libri nuovi col 70 per cento di sconto. Quasi gratis. I nuovi assunti, no: a loro, i manager che sono arrivati hanno ridotto anche gli sconti...».

Libero libro in libera libreria. Con la divisa rossoblù e il badge al petto, l’addetta alle «Novità» Carmen Figueroa Vargas, 40 anni, smista clienti e opinioni nell’interrato del megastore Feltrinelli di corso Buenos Aires. Non le stanno comodi, i panni della banconista. E sabato c’era, o meglio non c’era, anche lei. Le sue due ore d’assenza non entreranno nella letteratura come un Saturday di McEwan, ma a loro modo fanno piccola storia. Il primo giorno di sciopero in mezzo secolo di un’editrice che pubblicò Toni Negri e Camilla Cederna. Il primo abbaio in una chiesa rossa che ebbe fra i sostenitori le coop e fra gli amministratori il fratello di Occhetto.
«Abbiamo rotto un tabù, è stata una cosa liberatoria», a Jonas Onidi, 26 anni, rappresentante sindacale della Feltrinelli Duomo, ancora non pare vero: «C’erano tensioni, ansie, paure. Per molti di noi, boh, un’azienda che si chiama Feltrinelli dovrebbe stare dalla nostra parte. Invece, siamo diventati come un grosmarket...».

I 1.500 dipendenti di Roma e di Piacenza, di Napoli e di Bologna, di Genova e di Ancona si sono messi su un blog e ribattezzati «lavoratori eFFelunga», dove la F è la stessa su cui disquisiva vent’anni fa il Goffredo Fofi del manifesto («ha l’aspetto di un cuspide di freccia»). Sono sfilati a Milano in Galleria irridendo («Carta Più ai clienti, contratto bidone ai dipendenti») le fidelity card feltrinelliane «e un po’ berlusconiane», per protesta contro gli organici ridotti, il precariato, gli orari: «I nuovi assunti hanno turni massacranti - spiega Jonas -, la domenica hanno straordinari più bassi, vengono presi senza integrativo». Ma il punto non sono solo i soldi: «Lavorare qui, un tempo voleva dire avere una grande professionalità. E tutti, nel loro piccolo, si sentivano parte di un’azienda che fa cultura. Poi sono arrivati i manager dell’Esselunga, della Decathlon. La famiglia Feltrinelli s’è affidata a loro. Abbiamo chiesto un colloquio a Carlo, il figlio di Inge. S’è fatto vivo solo un mese fa, per lettera, proponendoci l’improponibile: niente soldi, niente orari, integrativo limitato ad alcuni lavoratori... Tanta durezza non ce l’aspettavamo».

La lotta dura non fa paura. Una casa che ha resistito alla morte del fondatore (saltò sul traliccio di Segrate, 1972) e alla crisi nera dei primi anni ’80, una F sorta e risorta come una Fenice su scoop della letteratura mondiale ( Il dottor Zivago , Il Gattopardo , Cent’anni di solitudine , L’amante ...), un editore che vanta 19 Nobel, duemila titoli e più di cento novità l’anno, non mostra gran turbamento per la protesta: «Siamo in piena innovazione in un mercato asfittico - dice Stefano Sardo, 46 anni, vicedirettore delle Librerie, proprio uno di quei manager arrivati cinque anni fa dalla grande distribuzione -. I megastore sono un successo straordinario, raggiungono un pubblico irraggiungibile con le tradizionali librerie, che pure sopravvivono. Le aziende cambiano velocemente e anche le proteste fanno parte di questo processo di miglioramento.

Una parte dei dipendenti vede scalfite teoricamente, molto teoricamente, certe abitudini. Ma questo è un atteggiamento antistorico: cinque anni fa, in Feltrinelli non c’erano nemmeno i computer. Volevano stare nelle caverne, mentre il mondo va su Marte?». I risultati del rilancio si vedono, l’azienda va e dopo i Feltrinelli Village nei centri commerciali, gli appalti negli aeroporti, arriveranno le vetrine nelle stazioni ferroviarie. Tanto aziendalismo contagia anche a sinistra: perfino le Coop rosse, strappato un manager di casa Inge, si stanno buttando a copiare l’idea, aprendo punti-libri nei supermarket.

La rivoluzione non è un pranzo di gala e il manager Sardo è convinto: «Ci riempiamo la bocca sui pochi libri che si vendono in Italia. Ma appena arriva una novità, escono resistenze anacronistiche». Il sindacalista Jonas non si rassegna: «E io che credevo d’essere un libraio... Quando hanno aperto il megastore di piazza Piemonte, hanno organizzato una convention per noi venditori. C’era un tizio che strillava. Ci voleva motivati, diceva che dovevamo spaccare tutto. Otto ore di lavaggio del cervello. A me s’è gelato il sangue: sembrava di stare a Publitalia».
19 aprile 2006

4.18.2006

Rassegna stampa

IMPORTANTE

E' importante mandare all'indirizzo mail del blog blogeffelunga@hotmail.it tutti gli articoli che avete raccolto sullo sciopero di sabato scorso e su quelli che verranno nei prossimi giorni.
( magari qualche lettore dalla sede riesce a mandarci tutta la rassegna stampa!!!)
Dobbiamo pubblicarli tutti sul blog

Saluti a tutte e tutti


4.16.2006

OTTIMA RIUSCITA DEGLI SCIOPERI IN TUTTA ITALIA!
i Lavoratori ed i negozi
nei commenti trovi le cronache, citta per città, negozio per negozio. intervenite, completate, raccontate...

...fotografie dallo sciopero


da LF Milano e RMS Galleria



12.00 i colleghi escono in corteo dal negozio, dopo essersi uniti, punto per punto, cassa per cassa. Con striscione e megafono escono dall'uscita in galleria.




12.30 verso l'ingresso in piazza del Duomo, molta solidarietà della gente e molto casino!



13.00 "e se andassimo in Manzoni!" e si parte. in corteo per Manzoni volantinando e speakerando si raggiungono i colleghi di manzoni... che scioperano a fine turno, 13.30 si ritorna davanti a Duomo.

by Marcos y Marcos

4.15.2006

PIANO PROMOZIONALE NAZIONALE


Promozione tematica presente in tutti i punti vendita:

LO SCIOPERO IN FELTRINELLI”

Periodo

dal 15 aprile 2006 al sabato prima di Natale 2006
(non lo abbiamo fatto a Natale 2005 – lo faremo fino a Natale 2006!)

Saranno predisposte locandine ad hoc per evidenziare l’area espositiva e l’iniziativa stessa, il cui obiettivo è quello di ribadire con forza la qualità dei librai Feltrinelli attraverso la scelta di percorsi bibliografici da loro curati.

Sono stati scelti per Voi
dal ns catalogo very very exciting

4.14.2006

locandine milanesi

Ieri sera sono stati attaccati nelle vicinanze di tutti i negozi di milano le locandine che annunciavano lo sciopero di Sabato e invitavano la cittadinanza a solidarizzare con gli scioperanti non effettuando acquisti nella stessa giornata.
Questa mattina alla scoperta delle locandine si racconta che i nostri dirigenti si siano innervositi particolarmente...
Chiamate frenetiche e inviti ai lavoratori a strappare queste locandine: alcuni si sono fermamente rifiutati di svolgere compiti censori, altri hanno fatto finta di nulla, qualcuno " più realista del re" ha eseguito gli ordini..
Si racconta in giro che in Via Manzoni Carlo Feltrinelli ed un importante dirigente abbiano strappato loro stessi le " scandalose" locandine..
Poi dopo un pò una di queste sarebbe ricomparsa attaccata alla meno peggio con dello scotch..
Probabilmente qualcuno, in mezzo a tanta agitazione, ha fatto notare che un'azienda che a parole manifesta tanta " democraticità" e relazioni sindacali ottime, avrebbe fatto una figura alquanto "antidemocratica" a nascondere e strappare tali locandine..
Ma si sa che per alcuni dialettica democratica e sindacalismo vanno bene solo quando si manifestano a casa degli altri...

lo sciopero di sabato

LETTERA APERTA AGLI INDECISI

Care colleghe e cari colleghi,
l’assemblea generale dei lavoratori di tutti i negozi, tenutasi martedì 11 Aprile ha deciso di indire per sabato 15 Aprile due ore di sciopero per costringere l’azienda a riaprire le trattative in merito al nostro contratto integrativo.

A Poche ore da questa inedita e cruciale scadenza è importante che ci chiariamo tra di noi in tutta franchezza. È il nostro sciopero e deve riuscire. L’assemblea lo generale lo ha dichiarato consapevole di ciò che significa, per noi, per l’azienda e per il nostro contratto. L’assemblea dei lavoratori è senza dubbio l’ambito decisionale più democratico all’interno dell’azienda di cui facciamo parte. Tutti possono partecipare, tutti si possono esprimere e tutti possono essere d’accordo o in disaccordo con ciò che democraticamente l’assemblea decide. Certo, l’adesione o meno ad uno sciopero è una scelta individuale che spetta ad ognuno di noi fare in assoluta libertà ma anche con coscienza di ciò che le nostre scelte determinano. Così è sempre stato con gli scioperi generali e politici e così sarà anche a questo giro.
Lo sciopero di sabato però è uno sciopero diverso rispetto ai precedenti. È il nostro sciopero e anche per questo è giusto parlarne con franchezza. Il contratto per il cui rinnovo è stato dichiarato lo stato di agitazione è il contratto di tutti. Le trattative sono ferme perché l’azienda non vuole ascoltarci. Se abbiamo deciso di scioperare è perché tutte le altre strade risultavano impraticabili. L’azienda è stata fin troppo chiara: quanto ci hanno proposto è quanto ad oggi sono disposti a darci. Ad oggi. E domani? Dopo uno sciopero riuscito?
Insomma, adesso dipende tutto da noi, da tutti noi. Decidere di non scioperare è una scelta legittima e che deve essere rispettata. Ciò non toglie che è una scelta che oggettivamente si pone contro tutti gli altri colleghi che invece hanno deciso di scioperare. Non scioperare sabato significa indebolire la lotta che la maggioranza di noi ha democraticamente deciso di intraprendere. Una lotta i cui risultati varranno per tutti, per chi avrà scioperato, esponendosi di fronte all’azienda, perdendo soldi in busta paga ma anche per chi invece avrà deciso di non scioperare. Il contratto è uno e anche la lotta dovrebbe essere tale, decisa da tutti e che dovrebbe essere di tutti, anche questa è democrazia. Quando abbiamo votato l’odg durante le assemblee nei negozi i delegati sono stati chiari:bocciare l’ipotesi d’accordo proposta con quei toni vuol dire assumersi la responsabilità della propria scelta e già nelle assemblee si è cominciato a pensare a quali metodi di lotta usare per sbloccare la situazione.
Lo sciopero è un diritto sancito dalla nostra costituzione, l’azienda non potrà (è la legge a dirlo!) prendere provvedimenti contro chi sciopera. Se poi l’adesione sarà massiccia neanche gli converrebbe, più lo sciopero è compatto e meno i colleghi che hanno deciso di far sentire la propria voce saranno soli.

L’azienda in questi giorni sta tradendo il proprio nervosismo: continue domande ai colleghi per capire che intenzioni abbiamo, atteggiamenti intimidatori per dissuadere l’adesione, notizie false o forvianti per seminare il dubbio e la confusione. Ma tutto ciò è normale e non c’è da aver paura. Il loro nervosismo è la riprova del fatto che temono di perdere. In queste situazioni dobbiamo fare fronte compatto.
SABATO SARANNO IN SCIOPERO ANCHE I COLLEGHI DI ROMA, NAPOLI, ANCONA PESCARA E ALTRE CITTA’ PARTIRANNO SUBITO DOPO.

SCIOPERA ANCHE TU! NON LASCIARCI SOLI!

PESCARA SCIOPERA!!!

I lavoratori della libreria Feltrinelli di Pescara, in adesione alle iniziative indette dal Coordinamento Nazionale, hanno deciso di effettuare 4 ore di sciopero ( le ultime 4 ore per ogni turno) nella giornata di Sabato 15 aprile 2006

Si intende informare l'opinione pubblica, affinche possa comprendere le ragioni dell'astensione dal lavoro dei dipendenti e solidarizzare con questa lotta finalizzata ad estendere i medesimi diritti a tutti coloro che lavorano sotto le insegne gestite da Feltrinelli

Filcams cgil- Fisacat Uil

ROMA SCIOPERA !!!

I lavoratori della feltrinelli di Roma, visto il protrarsi dell'insoddisfacente confronto con l'azienda per il rinnovo del contratto scaduto ormai da più di un anno, proclamano una prima giornata di SCIOPERO SABATO 15 APRILE
L'astensione sarà per le ultime 4 ore di ciascun turno

La rappresentanza sindacale di Roma

4.13.2006

Il manifesto 13 aprile 2006

CONTRATTO

Librerie Feltrinelli in sciopero pasquale

Il coordinamento delegati e strutture sindacali delle Librerie Feltrinelli ha preso atto che le assemblee dei dipendenti, convocate sulle proposte della direzione per il rinnovo dell'integrativo, hanno espresso un parere «generalmente negativo». Il coordinamento indica per il nuovo contratto i seguenti punti qualificanti: che sia esteso a tutte le società del gruppo, presenti e future; che siano fissati tempi e modi certi per l'armonizzazione dei trattamenti; che siano determinate contrattualmente le condizioni del part-time; che sia prevista la possibilità di cumulo dei permessi di recupero e la loro calendarizzazione. Sono state proclamate 8 ore di sciopero articolato territorialmente a partire dalla vigilia di Pasqua, sabato 15 aprile.

Pronti, partenza via... SCIOPERO!!

4.11.2006

A TUTTI I DIPENDENTI RICORDI

Ciao a tutti, sono una vostra collega che, alla luce del premio di produzione, è intenzionata a portare avanti un'azione "indipendente", ma appoggiata dai nostri Rappresentati Sindacali di Milano.

Da quanto so, non ci sono rappresentanti sindacali per la catena RMS, ma questo non vuol dire che, dopo la sorpresina della busta paga di marzo, noi non possiamo far nulla per difendere i nostri diritti e per rivendicare QUANTOMENO delle risposte a quelle che credo siano le domande comuni a tutti noi.

Scrivo questo messaggio perchè vorrei sensibilizzare tutti i colleghi RMS e vorrei unire le energie di tutti al fine di poter scrivere una lettera diretta ai nostri Capi, chiedendo COSA VOGLIONO FARNE DI NOI!!

Per far ciò è necessario che da tutte le RMS di Italia arrivino su questo blog commenti e risposte a queste domande:

- qual'è la media del premio di produzione ricevuto all'interno dei vostri negozi?
- qual'è la situazione assunzioni? O forse dovrei dire, quanto grava e quanto è grave la mancanza di personale?
- come vi trovate con la PRC?
- quali problematiche riscontrate nei vostri negozi?

Parlatene tra di voi e poi rispondete oppure rispondete e basta.MA SCRIVETE!!

Dobbiamo fare qualcosa di concreto, dobbiamo SAPERE cosa si vuol fare dei nostri negozi e di noi e dobbiamo dimostrare che noi non siamo i "fratelli poveri" come invece in molti si sentono.

Grazie alle vostre risposte, saremo in grado di scrivere una lettera con intenti assolutamente pacifici, ponendo a chi di dovere domande riguardanti il PERCHè DEL BASSO PREMIO DI PRODUZIONE, il PERCHè DI UN COSì NETTO TAGLIO DEL PERSONALE,il PERCHè NON SI VOGLIA AMMETTERE CHE IL PROGETTO NON è APPLICABILE COSì COME è STATO STUDIATO (quantomeno NON con così poche persone che lo applichino), il PERCHè SI ANNULLI LA POSSIBILITà AD OGNUNO DI NOI DI ESPRIMERSI PER QUELLE CHE SONO LE PROPRIE CAPACITà REALI.

Vorrei che i nostri Superiori sapessero quale sentimento navighi all'interno dei negozi, ma per farlo occorre che tutti diano il proprio contributo.

Attendo risposte

Una collega.

4.10.2006

terapie

GIOVEDI 23 MARZO SI E TENUTO A MILANO IL PRIMO INCONTRO DEL CORSO DI
FORMAZIONE (CHE DOVREBBE RIENTRARE NELLA "FORMAZIONE PROFESSIONALE LEGATA
ALLA SPECIFICA MERCEOLOGIA TRATTATA" SCONDO PROPOSTA AZIENDALE DI RINNOVO
CONTRATTUALE) DEDICATO AI LIBRAI FELTRINELLI. HA CHIUSO LA GIORNATA
L'INTERVENTO DEL FILOSOFO GALIMBERTI CON PAROLE CHE VORREI CONDVIDERE CON
VOI...
> Ha iniziato dicendo che molti entrano in libreria non per comprare libri, ma
> soprattutto per cercare comunicazione, amicizia, filìa così quando uno compra
> libri, compra emozioni, parole. molti entrano in libreria perché non stanno
> bene (anche se non lo ammetteranno mai), soffrono e cercano medicine. I libri
> sono terapie. Ovviamente quei libri che si fanno capire, quelli che riescono a
> diffondere delle idee, perchè i libri o si fanno capire e trasmettono idee o,
> se anche contengono grandi contenuti, ma non sanno trasmetterli, sono sterili
> e non servono a niente.
> Ha parlato del disagio comune del libraio e del filosofo. Quel disagio che
> coglie davanti alla domanda "che lavoro fai?". Lui a volte si vergogna quando
> deve rispondere 'il filosofo' perchè questa non è una qualifica chiara,
> tangibile, immediatamente utile come può essere 'idraulico' 'medico' e via
> dicendo. Così il libraio spesso viene considerato un semplice commesso,
> addetto alle vendite, ma " voi non siete commessi, voi svolgete un ruolo
> importantissimo, voi dispensate terapie!"
> Però in questo momento è difficile per il libraio per due motivi
> 1) il capitalismo
> Marx ha detto che in un sistema capitalista il commercio librario non può
> essere diverso dal commercio del bestiame,perché tutto si riduce al
> raggiungimento del profitto, così il valore d'uso si distacca dal valore
> di scambio.
> 2) viviamo in un mondo di immagini
> Il sapere diffuso ormai ci deriva da quello che vediamo o ascoltiamo, non
> da quello che leggiamo. C'è stato un collasso della scrittura e della
> lettura e di conseguenza una mutazione della qualità dell'intelligenza.
> C'è un'intelligenza simultanea che è quella che ci deriva dall'abitudine
> alle immagini, al capire dal colpo d'occhio e un'intelligenza sequenziale
> che ci deriva dalla lettura, nell'abitudine a decodificare simboli e a
> contestualizzare.
> La conseguenza è il degrado, si perdono la gerarchia dei valori, l'ordine, la
> comprensione di causa ed effetto. Ci abituiamo così ad usare solo
> un'intelligenza convergente (quella che ci spinge a risolvere un problema solo
> usando i dati che abbiamo all'interno di quel codice) invece di quella
> divergente (quella che ci permetterebbe di risolvere il problema ribaltandolo,
> con creatività).
> Ma che cosa vende un libraio?
> Prima di tutto competenza emotiva. Leggendo un'opera di narrativa si impara
> l'alfabeto che permette di riconoscere i sentimenti, di riflettere e di non
> passare subito al gesto, per cui leggendo 'La montagna incantata' di T. Mann
> imparo a riconoscere il dolore, con 'Le memorie del sottosuolo' i movimenti
> inconsci, con Sartre la noia, con Camus il discorso sull'immigrazione.
> Leggendo la saggistica ci si abitua a riflettere in modo fluido.
> Il disagio psichico o mentale ci porta in libreria. Le idee confuse ci danno
> dolore, le idee rigide, il pensare che tutto è bianco o nero è sbagliato. La
> fluidità del pensiero aiuta a parlare con l'altro, a comprenderlo. La
> saggistica rende fluida la visione del mondo.La filosofia greca ci guida alla
> conoscenza di noi stessi e ci fa comprendere il senso del limite. Locke e Kant
> ci parlano della tolleranza come rispetto, attenzione dell'altro. Jaspers
> scrive delle diverse fedi religiose.
>
> Il libraio dunque deve essere competente perchè deve conoscere i testi giusti,
> ma anche intutitivo perchè deve saper riconoscere il tipo di disagio che
> attanaglia chi gli si rivolge.
> La terapia dunque è la comunicazione, se funziona.
>
> infine il libraio svolge il suo lavoro con passione, quindi è fortunato perchè
> non svolge un lavoro alienato, e per alienato si intende non solo un lavoro
> tipo catena di montaggio, ma anche per esempio quello di un avvocato che
> lavora in un grande studio ed è costretto ad espletare una serie si compiti
> che lo alienano dall'insieme delle attività.

4.06.2006

comunicazione importante!


Martedì 11 Aprile ’06
IMPORTANTE ASSEMBLEA GENERALE
DEI LAVORATORI FELTRINELLI DI MILANO

in due turni:

1°: dalle 10 alle 12
2°: dalle 15 alle 17

C/o camera Provinciale del Lavoro
Corso di Porta Vittoria 43


A seguito delle assemblee che si sono tenute nei negozi di Milano e delle altre città e della situazione di stallo della trattativa, il coordinamento nazionale dei delegati ha dichiarato lo "STATO DI AGITAZIONE". Ora tocca a noi: dobbiamo decidere come organizzare ed articolare concretamente a Milano lo stato di agitazione. La partecipazione all’assemblea deve essere la più ampia e attiva possibile da tutti i negozi. Sono decisioni che riguarderanno tutti e tutti siamo chiamati ad esprimerci.

L’assemblea è retribuita ed in orario di lavoro per tutti i dipendenti del gruppo. Il tempi di spostamento dal lavoro all’assemblea e viceversa sono in carico alle ore di lavoro.




Coordinamento RSU Milano

4.01.2006

in merito al "Premio" di produzione '06



A mò d’introduzione!
Attendevamo con una certa ansia la busta paga di Marzo. “Chissà come sarà andato il premio?” Ci si chiedeva. La risposta è stata uguale per tutti: “Male, molto male…!”
Il fatto è doppiamente grave, perchè da un lato non ci danno i dati ed i risultati dell’azienda che dovrebbero aver determinato il valore del premio e che ci permetterebbero oltre che di verificarne l’esattezza anche di capire come è andato in altri negozi, canali ecc. e dall’altro cercano di sfruttare ipocritamente il nostro malcontento per farci mandare giù un rinnovo contrattuale che dura da un anno e la cui ipotesi d’accordo abbiamo ripetutamente bocciato in tutta Italia.
A questo punto intervengono i furbi dirigenti della sede che, calcolatrice alla mano e faccia tosta ben in vista, non hanno perso tempo: un paio d’ore dopo la distribuzione delle buste paga comincia a circolare un prospetto nel quale di fianco al nome di ogni lavoratore è annotato a matita l’importo del premio calcolato secondo i criteri contenuti nell’ipotesi d’accordo che abbiamo bocciato. Nel caso della libreria di duomo il valore del premio calcolato con i nuovi parametri è decisamente superiore a quello che ci siamo trovati in busta paga. Attendiamo informazioni da altri negozi, canali, città.

Il messaggio dell’azienda sarebbe chiaro:
“avete bocciato l’ipotesi d’accordo che vi abbiamo sottoposto, quindi non lamentatevi se il premio è quel che è. Se aveste accettato subito la nostra proposta il premio sarebbe stato più alto.”

Ma vediamo di fare un po’ di chiarezza:
1. il valore del premio, sia di quello che abbiamo percepito sia di quello da ipotesi d’accordo non è verificabile, i parametri li conosciamo ma non conosciamo i valori che l’hanno determinato. Non è solo un problema di fiducia ma anche di verificare l’andamento del premio a livello nazionale e per i diversi canali e pdv. Si può giudicare il valore del premio solo a condizioni che lo si valuti a livello nazionale, con tutte le sue eterogeneità e discriminazioni.
2. è senz’altro vero che se avessimo firmato la proposta aziendale il premio sarebbe stato forse più alto o quantomeno più omogeneo nel valore e per almeno il 50% garantito per tutti. E’ senz’altro vero perché l’abbiamo imposto noi all’azienda con le nostre rivendicazione, al tavolo delle trattative e l’abbiamo inoltre ribadito con le mobilitazioni. La ridefinizione dei parametri è stata una nostra rivendicazione che se per altro fosse stata accolta del tutto non solo avrebbe comportato un importo più alto ma una parte sarebbe stata anche consolidata tutti i mesi in busta paga!
3. il premio di produzione è solo un pezzo del contratto integrativo che ci volevano far firmare. Uno dei pochi pezzi forse accettabile ma comunque non sufficiente a farci digerire tutto il resto che la proposta aziendale prevede e che infatti è stata bocciata dai lavoratori in tutta Italia. Pensano che siamo così ingenui da dimenticare per le 4 lire in più che gli abbiamo strappato lo scippo dei permessi per la riduzione d’orario, la discriminazione di tutti i nuovi assunti e dei colleghi di altri canali, il ticket fissi allo stesso valore da decenni, l’assenza di significatievi aumenti salariali ecc.?

Cosa ci insegna questo pacchiano tentativo aziendale di mettere in cattiva luce i delegati e i lavoratori che hanno seguito il rinnovo contrattuale e di minare la lotta per il rinnovo del CIA?

1. la lotta paga. Le nostre rivendicazioni in materia di premio variabile comportano un maggior valore del premio. Fatto che l’azienda sbandiera per semplice polemica. per loro rappresenta una sconfitta visto che dovranno sborsare più soldi!
2. è necessario intensificare la lotta. Dobbiamo vincere anche sulle altre imprescindibili rivendicazioni che abbiamo fatto e che sino ad oggi l’azienda ha ignorato.
3. l’azienda ha paura e le tenta tutte. Prima ci fanno pervenire una lettera introduttiva all’ipotesi di CIA dai toni ultimativa e minacciosa firmata dai due presidenti che dice in sostanza “questo è quanto”! oggi invece ci dicono: “sul premio avete vinto, se non vi foste intestarditi su tutte le altre rivendicazioni noi qualcosa ve l’avremmo dato!”
RSU LF DUOMO
Milano, 31 Marzo 2006